Organizzato dall’Istituto Gramsci Marche, patrocinato dal Comune di Ancona e dal Centro Adriatico di Psicoanalisi, si è svolto il primo di un ciclo di incontri dedicati a “Storia e psicoanalisi tra mito e attualità”. All’interno dell’auditorium della sontuosa Mole vanvitelliana, un pubblico attento è stato introdotto al tema della giornata: “Mito e psicoanalisi: incesto e fantasie incestuali”.
L’incontro è stato aperto da Silvana Amati, presidente dell’Istituto Gramsci Marche, che, oltre ai saluti di rito, ha ripercorso significativi aspetti del pensiero di Antonio Gramsci legati a riflessioni sulla psicoanalisi a lui nota attraverso gli scritti di Freud ed esperienze di trattamento ricevute da alcuni suoi familiari.
Pierluigi Moressa, psicoanalista SPI, ha moderato l’incontro introducendo il tema. Il mito occupa un posto centrale nella nostra cultura rappresentando non solo un collegamento col passato, ma anche un modello di rappresentazioni utili a comprendere stati psichici. Mito e sogno sono stati paragonati dallo psicoanalista Abraham a forme di contatto con la vita psichica infantile dell’individuo e di un popolo. L’incesto è un aspetto fantasmatizzato attraverso il mito di Edipo; l’attraversamento del complesso che porta il suo nome è punto centrale nella maturazione psichica dell’individuo. Il tema dell’incesto è al centro di altre riflessioni compiute da Freud (Totem e tabù) e da altri psicoanalisti, come Racamier che ha indicato nella situazione incestuale una condizione intrafamiliare “dove spira il vento dell’incesto senza che vi sia incesto”, un clima fonte di stati psicopatologici gravi
Il primo relatore, Sarantis Thanopulos, presidente della Società Psicoanalitica Italiana, ha parlato del mito nella visione classica, distinguendo fra tradizione orale e descrizione compiuta dalle tragedie greche. Il relatore ha sottolineato come il mito rispecchi alcuni stati mentali dell’individuo tanto nell’età infantile quanto in quella adulta, soffermandosi su rilevanti aspetti sociali. La cultura rappresentata dal racconto mitico può, dunque, essere utile all’uomo contemporaneo per migliorare l’analisi di comportamenti diversamente votati alla distruttività. Il significato del tema incestuoso nella tragedia sofoclea (Edipo Re) porta il soggetto a contatto con desideri infantili comuni a tutta l’umanità, desideri il cui appagamento, in forma simbolica, rende l’individuo capace di sperimentare il desiderio e il suo soddisfacimento. Ognuno nasce da una relazione “incestuosa” rappresentata dallo stretto contatto col corpo materno; importante è la successiva differenziazione per la nascita del soggetto psichico.
Antonio Panaino, professore di Filologia iranica all’Università di Bologna, ha trattato il tema dell’incesto nella cultura orientale. Soprattutto lo zoroastrismo e la tradizione iranica pre-islamica non prevedevano il tabù dell’incesto. Questo era sancito tanto a livello sociale quanto giuridico con documentazione riportata su contratti di matrimonio tra parenti stretti. I legami endogamici consentivano di mantenere saldo l’assetto familiare, mentre l’assenza di apertura all’esterno non era considerata fonte di impoverimento nelle relazioni. In un ampio e dotto excursus il relatore ha esplorato il mito di Ahriman, personificazione del male e ha descritto una particolare forma di narcisismo rappresentata da questa figura. Il male presenta un’origine mentale, mentre il corpo assume il valore di elemento legato alla procreazione che simboleggia l’incontro con l’altro e col diverso, fonte di creatività e di produttività. La ricchezza della narrazione mitologica orientale ha funto da modello ispirativo a vari aspetti della cultura mitografica d’occidente. Alcuni autori di area psicoanalitica hanno saputo attingere ai miti orientali per un approfondito confronto con altre tradizioni e per definizioni di quadri mentali complessi.
La distanza tra mondo orientale e occidentale è risultata solo apparente, tanto che nel dibattito finale entrambi i relatori hanno saputo trovare connessioni e integrazioni fra diverse fonti culturali e di pensiero. Il valore della giornata si è legato soprattutto alla possibilità di osservare temi antichi con occhi di interpreti moderni e di aprire il campo della riflessione psicoanalitica a radici di pensiero che appartengono ai primordi dell’umanità e dello sviluppo individuale. Per lo sviluppo della conoscenza appare, dunque, fondamentale l’incontro fra discipline diverse.