Il progetto punta a qualificare e ampliare l'offerta di iniziative in favore della promozione della cultura e della lotta alla povertà educativa valorizzando e mettendo a sistema i presidi territoriali rappresentati dai circoli Arci e dai soggetti della comunità educante con cui questi hanno saputo fare rete.
Il progetto si sviluppa lungo due direttrici, una nazionale - lo sviluppo di una metodologia condivisa e strutturata - ed una locale - l'implementazione delle attività nei territori di intervento. La struttura complessiva del piano di attività riflette questa impostazione, con attività a carattere nazionale e altre realizzate parallelamente in tutti i contesti d'azione.
Le azioni progettuali si sono svolte in 11 territori italiani, coinvolgendo i comitati e circoli Arci territoriali che erano in partenariato con Scuole e poli culturali (a Rimini, per esempio, il polo culturale partner è stato il Comune). Il progetto ha preso avvio nel 2020 e le azioni progettuali territoriali, quelle che si svolgono con i bambini e famiglie si sono concluse a maggio 2023. Tra le 12 azioni di progetto che si sono concluse rientra l’Azione 8 patrocinata dal Centro Adriatico di Psicoanalisi, cioè le attività in cui il gruppo di psicoanaliste SPI e psicoterapeute SIPsA-Coirag hanno preso parte:
Implementazione azioni educative e rigenerazione presidi territoriali – Azioni di sviluppo della capacità critica e dell’alfabetizzazione emotiva di bambini e dei ragazzi. Per contrastare l’isolamento e contro la dispersione scolastica.
La capacità critica e l’alfabetizzazione emotiva appaiono come due tra le soft skills fondamentali, nei bambini e nei ragazzi, per riuscire ad affrontare al meglio il tema delle relazioni, delle scelte e della dimensione comunitaria, sia nell’ambito della vita quotidiana che in quello del mondo digitale. Come riportato dall’Atlante dell’infanzia a rischio 2016, a cura di G. Cederna: “Negli ultimi anni si osserva il fiorire di un’immaginazione apocalittica che va per la maggiore tra gli adolescenti. Libri e film che proiettano sul futuro dei bambini una luce artificiale e sinistra, portando alle estreme conseguenze tutte le incertezze, le inquietudini, le calamità incombenti sul mondo attuale (...)”. Per rispondere a questa rappresentazione paurosa del futuro, alla quale i bambini e i ragazzi non riescono spesso a sottrarsi nemmeno all’interno del nucleo familiare, la rete CEET ha lavorato in collaborazione con le psicoanaliste e psicoterapeute organizzando laboratori didattici ed esperienze educative all’interno delle scuole e del circolo coinvolto dal progetto, rinforzando i minori nella capacità di esprimere e verbalizzare i propri sentimenti, nella comprensione e nella valorizzazione delle proprie caratteristiche identitarie come risorsa, nell'implementazione del lessico a disposizione per esprimere concetti complessi. Il rinforzo dell’alfabetizzazione emotiva e della capacità critica trova immediate ripercussioni nella capacità dei bambini e dei ragazzi di affrontare (1) le dinamiche di gruppo (sia in ambito quotidiano che digitale), (2) fenomeni di bullismo, cyberbullismo ed hate speech, (3) il delicato passaggio dall’infanzia all’adolescenza. I laboratori di alfabetizzazione emotiva, inoltre, permettono a bambini e ragazzi di poter godere di uno spazio di ascolto e autonarrazione: momenti sempre più rari sia all’interno della scuola che negli spazi educativi informali. “(...) riprendere l’ascolto del bambino e della sua realta” (CFR. M. Zappella), fornendogli parallelamente gli strumenti per riconoscere, esprimere ed incanalare le proprie emozioni, diventa quindi il fulcro centrale di questa azione, che si svolgerà (1) attraverso laboratori di espressione, anche psicodrammatica e motoria, in ambito curricolare (a scuola) e (2) extracurricolare (presso gli spazi del circolo).